#grado di appartenenza
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Statisticamente corretto
La #statistica è la scienza che studia le probabilità che un capo di Stato diventi dittatore. Inoltre offre un valido termine di relazione tra i non-votanti e i rappresentanti delle nazioni, stimando quali provvedimenti siano da effettuare con urgenza per andare più velocemente a remengo. Abbiamo sempre cercato di regolare la vita degli altri, seppur in modo innocente. A volte lo facciamo perché…
#balconi#campanilismo#caparbietà#capro espiatorio#consapevolezza#coscienza#coscienza collettiva#evoluzione#evoluzione sociale#evoluzione umana#Filosofia#filosofia spiccia#flow#flusso#flusso degli eventi#flusso eventi#grado di appartenenza#guerra#logica fuzzy#luca adami#lucadami#Lucas Amandi#lucasamandi#mente#nazi#nazista#nazisti#pace#pace nel mondo#POV / Pensieri
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Questa foto spiega in maniera decisiva perché la vicenda Carini-Khelif è una pagliacciata politica, mi permetto di dire tipicamente italiana. Per chi non conoscesse la vicenda, la pugile italiana Angela Carini si ritira dopo 46' dall'inizio del match con Imane Khelif, algerina. Motivo: ha ricevuto colpi fortissimi. Khelif, che ha già partecipato alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, è stata squalificata ai precedenti Mondiali di Boxe dalla Federazione Internazionale per esami medici non meglio specificati, si ipotizza per un tasso di testosterone superiore, caratteristica che in maniera naturale può variare anche in maniera sensibile tra le donne. Il Cio ha rigettato la squalifica e ha permesso all'atleta algerina di partecipare al torneo olimpico parigino.
E qui arriviamo alla foto: Khelif e Carini sono idonee entrambi per la categoria in cui competono. Se Carini ha deciso di abbandonare, scelta legittima nello sport, è perché non si è sentita in grado di affrontare un'atleta idonea alla sua categoria di appartenenza.
I due in foto sono Victor Wembanyama, centro della Francia di basket, stella dei San Antonio Spurs in NBA, alto 2,24 cm; al suo fianco Yuki Kawamura, playmaker del Giappone, alto 1,76 cm. I giapponesi non hanno certo abbandonato il Parquet per una così marcata differenza fisica, anzi con una prova superlativa di tecnica e passione hanno portato la partita con la Francia, tra le favorite del torneo, ai supplementari perdendo solo di 4 punti. E tra l'altro Kawamura siglerà 29 punti contro i 18 di Wembanyama.
Chissà cosa avrà detto il premier giapponese dei 50 cm di differenza in campo. E aspetto con quasi impazienza di sapere dove verrà candidata da Fratelli d'Italia Angela Carini alle prossime elezioni.
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Opere in Mostra
di Kira Kharchenko
" SOGNATRICE "
[ 2023 ]
In questo quadro è rappresentata una ragazza sognatrice, che riassume in sè la mia autopercezione. Ha gli occhi chiusi perchè è concentrata sul.proprio mondo interno, sogna ed è seduta su una nuvola, che sottolinea ancora il suo distacco dalla realtà e dal mondo materiale. Sullo sfondo si trovano gli elementi blu, dipinti come i mosaici ed essi sono la raffigurazione dei suoi pensieri-sogni.
"DANZA DELLA NINFA"
[ 2023 ]
"SILENZIO DELLE ESPLOSIONI"
[ 2023 ]
La guerra non è solo esplosioni sul campo di battaglia, ma è esplosioni dentro ogni anima che ne soffre. La guerra non scolorisce la vita, ma la rende più acuta e psichedelica, perchè le emozioni sono così forti, da non poter più essere rappresentate a parole. Volevo rappresentare persone diverse: gli amanti, una credente, una mamma con i figli, un'allegoria di un'essenza divina ( colei che protegge la melagrana - il simbolo compattezza della nazione e del sangue versato ) e una bambina (mia cugina di secondo grado) che è morta per davvero all'età di 7 anni, quando la sua città fu bombardata nel 2022.
AUTORITRATTO CON LILLÀ
[ 2023 ]
Ho realizzato il mio autoritratto con i fiori lillà in mano, perchè vedo me stessa, in questo periodo della mia vita come una immagine di lillà. Questa pianta è melanconica, timida, e in tutti i sensi è particolare. È consuetudine regalare lillà per la prima volta che ti innamori, ed io associo questo a un giovane che sta appena iniziando a capire questa vita. Siccome ho solo 17 anni, penso che questa pianta, al meglio dimostra il mio modo di pensare. Nonchè quì ho lo sguardo ispirato, pensieroso e poetico.
GUARIGIONE
[ 2023 ]
L'opera rappresenta una donna che sta per entrare nell'acqua, così, simbolicamente lei inizia una nuova pagina nella vita, comincia la sua guarigione dalle sue paure. Quindi il tema principale è il credere nel meglio .
( speranza e futuro )
R I C O R D I
[ 2022 ]
Questo lavoro rappresenta una persona che soffre dei suoi ricordi che la avvolgono, come una corda tutta intorno (a Lei). La ragazza ha capelli rosa e occhi rosa come simbolo della sua anima delicata, che si manifesta in una visione "romanticizzata" del mondo. L'immagine del cerchio sulla guancia, mostra la sua appartenenza al mondo spirituale ed è simbolo di spirito e carattere forte. Nonostante le emozioni ribollenti provate da lei, nel quadro è presente la fede nella liberazione dal passato
S E N S I B I L I T Á
[ 2023 ]
Sensibilità come stato d'animo come modo di vedere e percepire le cose.
Apprendere tutto attraverso una forma di pensiero sentimentale, tale è il messaggio di questo lavoro.
Questa giovane ragazza ha un velo di fiori che le copre le spalle e la racchiude in un mondo di sensibilità: ha uno sguardo profondo, tenero e vivaci occhi verdi.
C I C L I C I T À D E L L' E S S E R E
[ 2023 ]
Ho voluto rappresentare una "vanitas", con l' esempio di questa ragazza bella, lucente, fatta di rettangoli colorati, come simbolo del suo essere multiforme e poliedrica: perchè la sua bellezza e gioventù svaniranno col tempo.
Lei è viva ( è dato dallo sfondo verde dietro le sue spalle) e vede il suo futuro - la morte ( rappresentata dal teschio e dai rettangoli sbiaditi). Nasciamo, moriamo e di nuovo nasce qualcosa e muore: è la ciclicità dell'Essere.
P E N S I E R I
[ 2022 ]
Il tema è la contrapposizione del mondo materiale con il mondo del pensiero.
La ragazza ha i pensieri cupi, oscuri e deprimenti, che catturano la sua mente, lo si può vedere dal suo sguardo rivolto verso i corvi neri. Allo stesso tempo, lei cerca di restare sulla terra, tenendo la mano sulla spalla. La ragazza si chiede se essere o non essere.
NOTE DI SERVIZIO :
La Mostra di pittura di Kira Kharchenko è aperta fino al 23 marzo 2024, nei locali dietro il Municipio, messi a disposizione dal Comune di Mercato Saraceno.
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#Pensieri quadri visioni del mondo e dell'Essere.#Arte#Pittura#Esposizione personale di pittura di Kira Kherchenko (artista ucraina).#Spotify#ESPOSIZIONE PERSONALE DI KIRA KHARCHENKO
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Sono nella mia Grado , mia amante e amica di cui solevo godere in solitaria , estate , inverno , sole , pioggia ...in tristezza o di buonissimo umore .. Tutte le volte è una magia venire qui . La luce , il mare , gli occhi che riposano e si riempiono dell'infinito dell'orizzonte celeste , indaco , vinca ... sfumature pastello meravigliose che faccio mie attraverso il respiro , la pelle , i sorrisi al vento .
E stasera sono qui con questo uomo - per ora - meraviglioso , caldo , coccolone, tenero , premuroso .. e che sento già essere la Mia Persona .
E fluttuare insieme nei vicoli , in silenzio , lasciare lo sguardo perdersi nell' immensità della stessa visuale , sedere al tavolo , noi due nella nostra bolla fra la gente , immersi ma distanti da loro . . Tutto questo , adesso , condiviso , accresce grandemente la mia già immensa felicità e la mia gratitudine.
Bello , bellissimo .
Ma non scordo Lei , la Me Stessa sola e squarciata prima , sola e orgogliosa e beatamente felice poi .. la vedo , ancora , di schiena, gomiti sulle ginocchia, anima sciolta nella risacca e le accarezzo i capelli . Le sono fedele , leale , e le voglio promettere che non baratterò mai l'integerrima solidità conquistata per un amore che non sia completamente e sartorialmente degno di Lei .
Cara e adorata Mia Persona , con rispetto e responsabilità nei confronti di Me Stessa , a te dichiaro onestà , verità , brutale anche , pur sapendo di ferirti talvolta . E' travolgente questa cosa con te e di te , che hai conquistato , scelto e accettato questa me che ancora desidera spazi e momenti di solitudine e spesso li preferisce a te .Tu lo sai , e in silenzio e fermo , attendi . Non so se attenderai invano o se crescerà e muterà in amore il sentimento di affetto , attaccamento e appartenenza che già sento . Io spero solo - ma pur volendo non potrei evitarlo - di non farti soffrire . Sei con me .
#vicinanza#condivisione#senonsaràamoreersteraiconme#lealtà#ti sento già così fuso in me#cara vecchia me stessa non ti dimentico
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Appartenenza è una parola troppo complicata.
Appartenenza è un sentimento, una attenzione particolare.
Non tutti sono in grado di tenere in mano questo fiore delicato senza rovinarlo. Appartenenza è nutrire, sentire, provare e dare il giusto valore a chi rispetta l'importanza che gli compete 👑
- Renée Sade
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Ogni legame di vero amore è un rapporto di appartenenza. Vero. La differenza è un equilibrio sottile, sottilissimo. Ed è probabilmente diversa da persona a persona. Io ad esempio alcune cose che in un rapporto dì sottomissione mi spingerei a fare o a ricevere farei molta fatica anche solo ad immaginarle in un rapporto di amore classico. Io però. Come farei fatica ad immaginare la parola sottomissione. L’amore, quello tradizionale, implica per me e sottolineo per me che entrambi si sia allo stesso livello, non riuscirei neppure per gioco ad immaginare l’uno sotto l’altro. E questo nonostante io mi spinga a dire e a pensare che in un rapporto di sottomissione forse sia più schiav* il padron* che lo schiav* stess* e viceversa.
Ogni persona ha il suo modo di vedere e vivere i legami emotivi. In un rapporto d'amore "tradizionale" la sottomissione della visione più "classica", almeno per me, viene agita e vissuta solo in camera da letto. In tutte le altre dinamiche i due compagni pur appartenendosi profondamente ("Tu sei il mio cuore al di fuori del mio petto" sebbene in origine questa frase fosse riferita al legame con i figli) vivono un rapporto completamente paritario e nemmeno per me sarebbe possibile altrimenti. Ma questo dipende anche dalla visione che si ha della dominazione e sottomissione: una persona "normale" (quale sia poi questa norma ancora nessuno è stato in grado di scoprirlo) vedrebbe alcune cose come umilianti, quando non vengono percepite così da chi vive queste realtà nel modo più sano. Nel rapporto tra Padrone e schiava c'è chi vede il potere della schiava nella possibilità di fermare tutto in ogni momento: ovvero tu puoi spingerti solo fin dove io ti consento di farlo. Ma questo è vero solo in parte. In un legame sano e profondamente empatico come dovrebbe essere, difficilmente il sottomess* arriverà anche solo a pensare la safeword.
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Un legame familiare sufficientemente buono è quel legame che sa assicurare una certa oscillazione tra appartenenza ed erranza, tra provenienza e avvenire. Dunque, un legame che sa offrire il senso di una comunità, di un'identificazione direbbe la psicoanalisi, e, allo stesso tempo, sa sopportare la dimensione della lotta, del contrasto, del conflitto che l'esigenza di separazione implica fatalmente. [...] I figli hanno bisogno di genitori in grado di sopportare il conflitto e, dunque, in grado di rappresentare ancora la differenza generazionale.
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«L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il suo volto in uno specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il suo volto in uno specchio.»
(Oscar Wilde, prefazione al 'Ritratto di Dorian Gray’).
Levate di scudi contro il francobollo emesso in onore di Silvio Berlusconi e l’aeroporto ex Malpensa che ora porta il suo nome.
Pochi sanno che quest’ultimo aeroporto deve davvero molto a Silvio, il quale nel 1973 pagò un’ingente mazzetta ai politici DC, perché deviassero le rotte dei voli da Linate, dove stava costruendo Milano 2, a Malpensa.
Rimarreste stupiti nel leggere il lungo elenco di onorificenze e di riconoscimenti che ha collezionato durante l’arco della sua vita, potete leggere un estratto su wikipedia alla voce Silvio Berlusconi, un elenco incompleto quello, perché ad esempio manca il titolo di Apprendista Muratore che Berlusconi acquisì il 26 gennaio 1978, conferitogli dalla tessera n° 1816 che certificava la sua appartenenza alla Loggia P2.
Condivido la profonda repulsione che si sia elevato questo signore, che ha trascorso tutta la vita a delinquere e a cercare sistemi per sfuggire alle patrie galere e galantuomini specchiati come Falcone e Borsellino, a cui è stato dedicato l’aeroporto di Palermo.
Ma, del resto, non riesco a rintracciare negli ultimi trent’anni qualcuno che più di lui abbia rappresentato l’Italia, paese che si specchiava riconoscendovisi nella figura di Berlusconi, nessuno oggi è più rappresentativo di lui, che aggrega voti e simpatie persino da morto.
Oggi l’Italia si è abbrutita così tanto, plasmata dai pessimi programmi delle sue tv e dal linguaggio della propaganda commerciale, calcistica e relazionale che ne trasuda, che dovremmo chiamarla Berluscopoli, come Topolinia o Disneyland.
Nessuno più di lui rappresenta i valori in cui si riconosce ormai la maggioranza di questo Paese, del resto acclamiamo e riconosciamo coloro in cui ci riconosciamo, come diceva duemila e cinquecento anni fa circa Senofane, un filosofo greco a torto trascurato:
“Se avessero mani i bovi i cavalli e i leoni, e fossero in grado di dipingere e di compiere con le proprie mani opere d’arte come gli uomini, i cavalli rappresenterebbero immagini di dèi e plasmerebbero statue simili a cavalli, i bovi a bovi, in modo appunto corrispondente alla figura che ciascuno possiede”. (DK fr. B 15). “Gli Etiopi asseriscono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che sono azzurri di occhi e rossi di capelli”. (DK fr. B 16).
#silvio berlusconi#aeroporto malpensa#francobollo#oscar wilde#il ritratto di dorian gray#senofane di colofone
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Alessandro Cecchi Paone: «Sono un maestro della massoneria, nei nostri riti di iniziazione usiamo il cappuccio» Alessandro Cecchi Paone, giornalista, conduttore, politico, attivista lgbt, ospite del podcast “2046” di Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli, con la partecipazione di Enrico Ruggeri, parla della sua appartenenza alla massoneria: “Io sono un massone del massimo grado, io sono un maestro massone, e in più sono un maestro architetto del rito simbolico che è un'ulteriore crescita di grado di potenza massonica. E questo è nella storia della mia famiglia. Perché tu puoi essere cattolico, puoi essere ateo, puoi essere tante cose. Se sei massone credi nella libertà, nell'uguaglianza, nella fraternità, nel progresso, nei diritti umani, nei diritti civili. In Italia la massoneria è stata fondata da Mazzini e Garibaldi, credo di non dover dire altro.Sono massone e sono orgoglioso di esserlo e non mi nascondo”. Il rito di iniziazione Mazzoli reagisce sorpreso: “Uno si immagina i massoni che fanno i sacrifici con il cappuccio”. E Cecchi Paone non si scompone: “Il cappuccio ce l’abbiamo in alcuni casi, ma i sacrifici non li facciamo”. Rovazzi gli chiede a che serve, e il giornalista spiega che “usiamo un cappuccio con il buco negli occhi. Per non farci riconoscere. In certe fasi non possiamo dire tutto. Se arriva un profano, come in questo caso siete voi – e non è un'offesa - prima che il profano si confermi massone e venga accettato non deve sapere chi sono gli altri. Ma poi a un certo punto c'è un bellissimo gesto, quando finisce il rito di iniziazione noi facciamo tutti insieme 1-2-3, via il cappuccio. Ed escono le facce”.
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Se avessi saputo che la tua risposta sarebbe stata così sgarbata e irridente non avrei perso tempo a scrivere. Cancella pure il mio ask.
Ma no, non intendevo essere sgarbata, scusami, solo che non so a volte penso che ci siano persone che tendono ad idealizzare la figura della donna, come se fosse un angelo, un essere perfetto capace di cose straordinarie, puro e sempre comprensivo, materno quasi, in grado di discernere le più profonde verità del mondo e secondo me questa è una cosa sbagliata e tossica.
Non bisogna generalizzare, ci sono anche donne rozze, stupide, con un pessimo carattere e un'anima nera come la pece, così come ci sono uomini in grado di fare tutto ciò che tu hai definito come peculiarità femminili.
Ognuno è diverso ed ha sfaccettature che non dipendono necessariamente dal genere di appartenenza per mia modestissima opinione.
Vuoi davvero che cancelli la tua risposta? Era molto profonda, mi era piaciuta anche se può esserti sembrato il contrario...
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“AI GENITORI DAVAMO DEL VOI”, ROMANZO PRESENTATO ALL’IC CAIATINO
Scritto dal già preside Pasquale Buonomo, scomparso due anni fa, in piena emergenza Covid
CAIAZZO - Un libro scritto in tempo di Covid per rafforzare l'identità e il senso di appartenenza, un modo per rifugiarsi nei ricordi quando tutto era fermo, e per ricomporre il mosaico di un mondo che non c’è più, fatto di rispetto, timidezza, pudore. “Ai genitori davamo del voi” di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di I grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore. Un libro che rappresenta il cassetto dei ricordi di Pasquale Buonomo, già preside originario di Alvignano trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari; un romanzo che si sviluppa dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni 50, pensato e scritto quando c’era il lockdown, in piena pandemia, quando tra l’altro Bergamo fu tra le città più colpite dall’emergenza. L’autore ricorda il suo passato, la sua famiglia e scrive di Domenico, uno dei personaggi principali, che non è altro che la storia di suo padre. Una testimonianza di un tempo che, diversamente, andava perduta; un libro che preserva il ricordo di un uomo, dei. suoi studi, del suo lavoro in una fabbrica di mattoni, del suo talento musicale come autodidatta, della sua curiosità e del suo interesse per i mestieri di un tempo. Un racconto incentrato in un contesto storico tragico, (siamo tra la prima e la seconda guerra mondiale), quando si viveva un bullismo classista, quando era difficile conquistare un’amicizia.
La partenza per il fronte, il matrimonio con Maria, le lettere scritte e ricevute tramite altri, le abitudini, le tradizioni (la scartocciatura delle pannocchie e il racconto di storie davanti al focolare), la famiglia patriarcale, la laboriosità e il senso del dovere, la condizione subalterna della donna, il lavoro nella ‘puteca��, del bar (punto di ristoro e di pettegolezzi), il contatto curativo e lenitivo con la natura e il paesaggio. Flashback di un romanzo riferiti alla platea dalla curatrice della prefazione Renata Montanari de Simone che aggiunge “un testo in cui si ricavano valori universali e l’attaccamento alle radici”. Renata Montanari è di origine romagnola. Ha vissuto a San Severo, dove ha completato gli studi classici. Si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bologna ed in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Ateneo di Urbino.Risiede a Caserta dove è stata docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “P. Giannone”.
Ha pubblicato saggi di carattere storico e traduzioni dal latino prima di dedicarsi alla poesia ed alla narrativa. Nel 2007 ha ottenuto il Premio speciale della critica al Concorso Nazionale “Mercedes Mundula” di Cagliari col saggio “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”. Collabora con varie associazioni culturali e dal 1999 ha istituito a Caiazzo un Laboratorio di cultura letteraria presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”.
“Leggete tanto e non concentratevi troppo sui cellulari – ha aggiunto Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, accompagnata dalla figlia avvocatessa e assessore del Comune di Alvignano Luisa De Matteo – io che non ho potuto studiare ho imparato tante cose dai libri di mio fratello”. “Un messaggio attuale – chiude la preside Santagata – sull’importanza della rievocazione e sulla riscoperta dei mestieri in un momento drammatico, ora come allora, se pensiamo alla guerra e alle tensioni internazionali in corso. Un libro che è una lezione di storia del nostro territorio”.
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Vercelli, i consigli della Polizia di Stato contro phishing e truffe
Vercelli, i consigli della Polizia di Stato contro phishing e truffe Nella Provincia di Vercelli si è riscontrato un notevole incremento di casi di tentativo di phishing mediante false telefonate in cui l’interlocutore finge di essere un operatore bancario o finanche un operatore di Polizia. Per evitare di incappare in spiacevoli episodi, che possono comportare ingenti perdite patrimoniali, la Polizia di Stato aiuta i cittadini a scoprire nei dettagli il fenomeno criminale per difendersi al meglio. Primo pericolo è costituito dal phishing: l’utente riceve una chiamata o un messaggio via sms, che pur provenendo da utenze utilizzate dai criminali, sembra giungere dai numeri normalmente utilizzati dal proprio istituto bancario di riferimento, da un ente pubblico, e finanche dagli Uffici di Polizia. Ciò è possibile grazie alla tecnica dello “Spoofing”, che consente ai malfattori di effettuare delle telefonate in modalità “voice over IP” (VOIP), tecnica che consente di scegliere il numero che apparirà sul display della vittima chiamata o destinataria dell’SMS. In questo modo anche un messaggio che non proviene realmente da un determinato ente, viene erroneamente riconosciuto come tale dallo smartphone e si inserisce nella conversazione già in corso, così inducendo in errore il destinatario circa la sua apparente genuinità. Nella comunicazione l’utente viene informato di un fantomatico accesso non autorizzato al proprio conto corrente, profilo contributivo, eccetera, con conseguente movimentazione di denaro o compimento di operazioni non autorizzate; egli viene quindi invitato a comunicare tutti i codici univoci che riceve sul dispositivo, questa volta inviati realmente dall’ente di riferimento, perché nel frattempo i criminali stanno cercando di compiere alcune operazioni da remoto sugli account del malcapitato, in relazioni alle quali tuttavia necessitano di ricevere la “one time password” per finalizzare la frode. Nei casi più subdoli, la truffa viene perpetrata attraverso una falsa chiamata da parte della Polizia, in cui viene paventata la falsa necessità di procedere alla messa in sicurezza di una carta di credito o di debito, a seguito di un altrettanto falso blocco cautelativo della stessa. In altri casi, ancora, viene invece richiesto al malcapitato di spostare direttamente i propri fondi bancari presso altri conti correnti, per mettere in sicurezza il denaro, dietro la promessa che ne rientrerà subito nella piena disponibilità. La normale condizione di soggezione, paura, o ansia di essere realmente oggetto di un attacco da parte di ignoti porta i malcapitati a seguire pedissequamente le indicazioni, così cadendo nel phishing. La Polizia Postale consiglia, in questi casi, di: • diffidare di chi, spacciandosi per un operatore bancario o delle Forze dell’ordine, richiede di comunicare OTP( one-time password), password, o di eseguire bonifici verso altri conti. Nessun’azienda o soggetto pubblico richiederà mai tali informazioni all’utente. In caso di dubbi, è opportuno non cliccare sui link eventualmente forniti ma fare accesso al proprio profilo di gestione online attraverso la digitazione autonoma del nome del sito internet e inserimento delle relative credenziali, così da constatare eventualmente la presenza di comunicazioni nella propria area riservata. • nel caso si riceva la chiamata di un soggetto che si presenta come appartenente ad una Forza di Polizia, si consiglia di richiedere il nome il grado e la forza di polizia di appartenenza della persona e riattaccare; ricercare quindi il numero di telefono reperibile in Rete della forza di polizia chiamante, comporlo e chiedere di parlare con il nome dato dal precedente interlocutore. Altra truffa molto in voga in questo periodo è quella relativa all’inoltro di messaggi Whatsapp in cui i criminali, da un nuovo numero di telefono, si spacciano per un parente, millantando di aver rotto il proprio cellulare o di aver avuto un incidente, e richiedendo così un bonifico per poter acquistare un nuovo dispositivo o ripagare il danno. Ecco alcuni esempi: “Ciao papà, questo è il mio nuovo numero di telefono. Salvalo in rubrica e mandarmi un messaggio quando hai letto!” “Ciao mamma, questo è il mio nuovo numero. Scrivimi qui per favore. Ho avuto un incidente, l’altro telefono è rotto e ho urgente bisogno di denaro. Non avvisare nessuno, ho fatto un disastro…”. Il consiglio in questi casi è quello di non rispondere al messaggio, ma provare a contattare il proprio parente attraverso i numeri di telefono conosciuti, per sincerarsi delle sue condizioni. In caso di dubbi, meglio prediligere un contatto vocale, comunque senza comunicare dati personali o credenziali di accesso ai propri account virtuali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Accrochage
“Il problema della nostra epoca è che è tutta piena di cartelli e priva di destinazioni” questo l’appunto trovato a bordo pagina di quaderno e, come spesso mi succede, senza autore o riferimenti: fiducia in una memoria che è da tempo vagabonda. La cosa particolare è che alcuni giorni fa, in tempi perfetti per questo progetto, un’amica me l'ha suggerito involontariamente inviandomi un link che riportava la citazione completa di autore… coincidenze. Ma tant’è. A ben vedere però farei una piccola, ma significativa, variante al testo di Kronenberger e direi piuttosto che “Il problema della nostra epoca è che è tutta piena di cartelli che indicano destinazioni”. Personalmente preferisco gli indizi alle indicazioni: quanto poco spazio resta altrimenti all’attenzione, all’intuito e alla scoperta se si segue una traccia certa. Meglio perdersi un poco lungo il percorso. Del resto Walser, amato maestro dell’eterno vagabondare nella natura così come nella vita e nell’arte, mi ha insegnato, senza mai deludermi, che in “… un’avventura nomade, dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, si abbraccia ogni particolare del circostante e insieme lo si osserva da una invalicabile distanza … “
E questo pensiero mi ha condotta attraverso Accrochage: non volevo dare o avere indicazioni, passare un filo di lettura orientato, ma piuttosto mischiare le carte e dare l’opportunità ad autori diversi tra loro per ricerca ed espressione, di convivere, di confrontarsi e di unirsi in imprevisti incontri. Del resto questo è il tempo o il modo delle espressioni contemporanee, mutanti e aperte, nel quale i confini tra i vari linguaggi sono sempre più labili, difficili da definire e capire, perché si trasformano in continuazione. Accrochage, quindi, un bisticcio o schermaglia, un confronto di lingue, pensieri e poetiche, che rappresenta nel suo insieme una parte dell’espressione artistica attuale, acuta e presente a dispetto di alcuni vuoti propositivi che ci circondano.
Difficile costruire i limiti di una mostra con l’intenzione di non volerla improntare seguendo un tema specifico. Come definire un limite del campo all’interno del quale poter rappresentare l’ordine o il disordine del senso del discorso? Ho scelto di dare un ruolo fondamentale all’insieme cercando di evitare di racchiudere le opere di ogni artista in una situazione di definizione ed invitando artisti in grado di attraversare liberamente ogni contesto espressivo, abbattere generi di appartenenza o correnti e creare una sorta di rebus nel quale poter rintracciare una soluzione, possibile solo tenendo conto dell’ insieme.
Ho chiesto espressamente agli artisti invitati di partecipare con più lavori e su un formato contenuto per poter realizzare un’onda multiforme di immagini che andasse ad invadere in maniera serrata lo spazio, li ho invitati a lasciare andare un’ immediata leggibilità personale per puntare sulla forza di una coralità a più voci.
Un’opera unica, quindi, ad occupare i limiti fisici del locale in una proposizione senza soluzione di continuità tra un autore e l’altro, tra una tecnica e l’altra. Più di sessanta artistia rappresentare pittura, fotografia, grafica, illustrazione, installazione, video, mail art e quanto nasce dalla contaminazione dei singoli ambiti.
Un flusso continuo che contenga , spavaldo, dissonanze e armonie di questa modalità nomade e inquieta . E da questo flusso bisogna lasciarsi assorbire, prestargli attenzione, dare senso e presenza ad ogni singolo passaggio ad ogni frame che lo compone. Del resto le relazioni e le intersezioni si possono strutturare solo attraverso il dettaglio o il frammento, appunto. E qui naturalmente si entra nel merito dei singoli lavori, dell’opera nella sua unicità, nel filo armonico della poetica di ogni singolo artista che possiamo riconoscere e rintracciare, come una voce amata, all’interno del coro di commistioni di segni e linguaggi.
La partecipazione così numerosa rende impossibile dedicarmi con parole ad ogni singola presenza senza cadere in una sintesi parziale e vaga; solo la visione accurata delle opere stesse può accompagnarci in questa conoscenza. E se l’incessante bombardamento di immagini e di informazioni spesso portano la vista ed insieme il pensiero ad essere distratti e superficiali, qui, forse, le dissonanze possono esserci d’aiuto: farci da inciampo per condurci a rallentare il movimento e salvarci dal battere il naso contro la disattenzione.
Patti Campani, maggio 2013
ACCROCHAGE un progetto a cura di Patti Campani
Partecipano:
Claudio Alba, Marco Ara, Aseret Marille, Giampaolo Atzeni, Angelo Barile, Pietruccia Bassu, Lancillotto Bellini, Mauro Bellucci, Davide Bonazzi, Barbara Bonfilio, Carmine Calvanese, Silvia Camagni, Totò Cariello, Daniele Carnovale, Luna Cesari, Daniele Contavalli, Corti Manuela, Michele D’Agostino, Laura della Gatta, Federica De Ruvo, Luca Di Martino, Fernando Di Nucci, Roberta Fanti, Fathi Hassan, Massimo Festi, Roberta Filippelli, Maria Grazia Galatà, Alberto Gallingani, Marina Gasparini, Anna Girolomini, Vittorio Gui, Piotr Hanzelewicz, Holly Demetra Heuser, Gabriele Lamberti, Marco Lavagetto, Paolo Maggi, Bruno Mangiaterra, Luigi Mastrangelo, Viviana Mauriello, Antonella Mazzoni, Gianfranco Milanesi, Mauro Molle, Monalisa Tina, Daniela Montanari, Sabrina Muzi, Emilio Nanni, Nieddu Gianni, Marilena Pasini, Simone Ponzi, Loredana Raciti, Nicola Rotiroti, Mauro Sambo, Gianfranco Sergio, Mike Michele Sigurtà, Gabriele Talarico, Elettra Tam Vania, Danilo Vaiz, Vittorio Valente, Samantha Vichi, Stefano Scheda, Sozzi Valentina, Xel, Roberto Zizzo
Opening: sabato 8 giugno dalle 19 alle 23
Fiorile+spazioUN1CO, via baruzzi 1\2 Bologna
8 - 18 giugno
#patti campani#arte#bologna#fiorile+#arte contemporanea#fotografia#artecontemporanea#art on tumblr#arte italiana#scrittura#accrochage#videoarte#scultura#pittura#futuro#artcurator
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La moda delle sale giochi arcade
Le sale giochi arcade, con i loro cabinati pieni di luci e suoni, hanno segnato l'infanzia di intere generazioni negli anni '70 e '80. Ebbene, negli ultimi anni, queste icone del passato stanno vivendo una nuova giovinezza, grazie a un ritorno di moda che le vede protagoniste di eventi, locali e persino musei dedicati. Nostalgia e voglia di vintage Il fascino delle sale giochi arcade risiede in gran parte nella nostalgia per un'epoca in cui il divertimento era più semplice e immediato. I videogiochi di quel periodo, seppur con una grafica rudimentale rispetto agli standard odierni, erano in grado di appassionare e coinvolgere i giocatori come nessun altro mezzo. Inoltre, c'è un fascino vintage legato agli stessi cabinati, con i loro joystick colorati, i pulsanti pulsanti e gli schermi a tubo catodico che emanano una luce calda e accogliente. Questi elementi evocano ricordi di pomeriggi passati a sfidare gli amici a Space Invaders o Pac-Man, creando un'atmosfera di convivialità e spensieratezza che difficilmente si ritrova nei videogiochi odierni. Più che un semplice gioco Le sale giochi arcade non erano solo un luogo per giocare, ma rappresentavano veri e propri luoghi di socializzazione dove ragazzi di tutte le età si ritrovavano per divertirsi insieme. La competizione sui punteggi, le sfide tra amici e la collaborazione nelle partite multiplayer creavano un senso di cameratismo e di appartenenza che andava oltre il semplice gioco. Un'esperienza immersiva A differenza dei videogiochi odierni che si giocano spesso in solitudine davanti a uno schermo, le sale giochi arcade offrono un'esperienza immersiva che coinvolge tutti i sensi. Le luci, i suoni, le vibrazioni dei joystick e l'odore caratteristico dei locali contribuiscono a creare un'atmosfera unica che trasporta i giocatori in mondi fantastici e avventurosi. Un fenomeno in crescita Il ritorno di moda delle sale giochi arcade non è solo un fenomeno nostalgico, ma rappresenta anche un nuovo modo di concepire il divertimento. In un'epoca dominata dai videogiochi online e dai social network, queste offrono un'alternativa più sociale e coinvolgente, un'occasione per staccare dalla routine e vivere un'esperienza di gioco autentica e condivisa. Non solo sale giochi La moda delle sale giochi arcade ha avuto un impatto anche su altri settori, come la moda e il design. Capi di abbigliamento e complementi d'arredo ispirati ai videogiochi e alle sale giochi arcade sono sempre più popolari, soprattutto tra i giovani. Inoltre, la musica di quei videogiochi viene spesso utilizzata in contesti moderni, come pubblicità e film, contribuendo a diffondere ancora di più la cultura arcade. Foto di Perlinator da Pixabay Read the full article
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CBRE Group lancia in Italia CBRE Design Collective
CBRE Design Collective è una nuova realtà che offre servizi di progettazione architettonica, di ingegneria e disegno di interni. Guidato da Lorenzo Galbiati, Responsabile di CBRE Design Collective per l’Italia, e affiancato da otto professionisti operativi presso gli uffici di Milano e Roma, il team italiano sfrutterà le sinergie con il network globale, composto da oltre 450 designer, distribuiti in 19 Paesi e 41 Design Studios. Con un focus specifico sulla progettazione di interni uso ufficio, ma presto esteso ad altre tipologie di asset class, l’obiettivo della divisione italiana è di offrire ai clienti soluzioni personalizzate e innovative. Mirko Baldini, CEO di CBRE Italy (nella foto): “Ci poniamo al fianco dei nostri clienti offrendo una consulenza completa in tutte le aree del real estate e Design Collective è sicuramente un servizio importante che i clienti sapranno apprezzare. Il team italiano godrà del supporto del nostro network globale e lavorerà in sinergia con tutte le linee di business fin dalle fasi iniziali dei progetti, aiutando identificare gli spazi e gli immobili considerando anche gli aspetti tecnici”. Lorenzo Galbiati, Responsabile di CBRE Design Collective per l’Italia: “I nostri servizi ci permetteranno di fare la differenza sul mercato. Siamo in grado di progettare e realizzare spazi di lavoro pienamente in linea con i valori e la cultura aziendale dei nostri clienti, concepiti per rafforzare legami e incrementare il senso di appartenenza, permettendo a chi li frequenta non solo di lavorare meglio, ma di vivere la miglior esperienza possibile”. Read the full article
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Al via la nuova edizione di “Delfini Guardiani dell’Isola” il progetto nazionale di educazione ambientale promosso da Marevivo, con il consolidato supporto di MSC Foundation, rivolto alle classi delle scuole primarie delle isole Eolie, Egadi, Elba, Ustica, La Maddalena e della città di Milazzo. Il percorso didattico, grazie alla disponibilità e sensibilità di dirigenti e docenti, coinvolgerà oltre 1600 alunni e alunne in attività finalizzate alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente. In particolare, sotto la supervisione degli operatori Marevivo, in collaborazione con insegnanti, esperti e istituzioni locali, i giovanissimi saranno guidati in attività di ricerca d’ambiente e osservazione all’aria aperta, con esperienze a contatto con la natura, nei sentieri, nei boschi e sulle spiagge, uscite in barca per scoprire il proprio territorio da una prospettiva diversa, o ancora incontri con chi lavora in mare e per il mare, dai pescatori agli uomini e alle donne della Guardia Costiera, fino ai rappresentanti dei Parchi Nazionali e delle Aree Marine Protette coinvolti, che con il loro lavoro ricordano ogni giorno l’importanza della tutela della biodiversità All’esperienza outdoor si affiancano laboratori in classe per implementare e perfezionare quanto appreso grazie a metodologie attive e coinvolgenti e al supporto del "Blue Corner" donato da Marevivo a tutte le scuole partecipanti: un vero e proprio “angolo di mare” con attrezzature e materiali didattici specifici per supportare alunni e docenti sia durante le attività con gli operatori, sia in autonomia. Ogni studente riceverà, inoltre, materiali prodotti appositamente per il progetto e gli insegnanti avranno un kit di schede didattiche e di approfondimento tematico utili anche per trarre spunti per attività da fare con la classe. Al termine del percorso, i giovanissimi riceveranno il distintivo di “Guardiani dell’Isola”, che darà loro il diritto (e il dovere) di presentarsi, senza accompagnatori adulti, presso il proprio Comune o la Capitaneria di Porto per segnalare eventuali criticità di carattere ambientale. L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare la conoscenza degli aspetti naturalistici, archeologici e ambientali dei territori coinvolti, e ricordare l’importanza delle tradizioni locali, per rafforzare il legame di appartenenza, comprendere il valore della tutela regolamentata e accrescere anche nei più piccoli l’interesse e la voglia di impegnarsi in eventi di cittadinanza attiva. Novità dell’edizione 2024 sarà il coinvolgimento, nelle isole di Ustica e nelle Egadi, degli studenti delle scuole secondarie di primo grado che saranno impegnati in alcune delle attività previste e in operazioni di beach clean-up. «“Delfini Guardiani dell'isola” è un progetto che ci sta particolarmente a cuore, pensato guardando ai cittadini più piccoli e potendo contare sulla preziosa collaborazione delle istituzioni scolastiche», ha affermato Laura Gentile, coordinatrice nazionale del progetto per Marevivo. «Quello che proponiamo ad alunni e docenti non è solo un percorso di conoscenza dell'ambiente naturale e del mare, ma è anche condividere quel processo di riconversione culturale che ci riguarda tutti e che ci può consentire di vivere in armonia con il Pianeta. Perché solo interrogandoci e cambiando nel profondo possiamo ambire a una transizione ecologica che concili i bisogni di equità e giustizia tra esseri umani e tra generazioni e soprattutto la comprensione di come una vita di dignità e benessere dipende da un ambiente sano e dalla disponibilità delle risorse naturali». «La Fondazione MSC si impegna a nutrire la curiosità e la conoscenza dei mari di questi bambini, promuovendo al contempo un senso di responsabilità nelle loro comunità. Dal 2015, la nostra collaborazione con Marevivo ha permesso di formare oltre 7.300 studenti e quasi 800 insegnanti. Attraverso strumenti innovativi e metodi di insegnamento coinvolgenti, ci impegniamo a catturare la
loro immaginazione e a coltivare i semi di un cambiamento duraturo», ha dichiarato il direttore esecutivo MSC Foundation Daniela Picco. Il progetto può contare sulla collaborazione della Marina Militare e della Guardia Costiera e, a livello nazionale, gode del patrocinio della Federparchi e dei Carabinieri Forestali mentre, a livello locale, di quello dei Comuni interessati, delle Aree Marine Protette e dei Parchi Nazionali coinvolti, che supportano le attività e collaborano attivamente per il raggiungimento di tutti gli obiettivi programmati.
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